Categorie
Pensieri

Meno santi da morti

I morti sono tutti santi. Ah, no: non è vero.

I santi sono ancora vivi. Ah, no: non è vero nemmeno questo.

E allora?

I santi e i morti vengono festeggiati insieme, e io non mi ero mai chiesta il perché. Vado allora a cercarne le motivazioni e trovo una serie di rimpalli tra feste pagane e cristiane che, a dire il vero, mi annoiano un po’. Provo quindi a costruire una spiegazione tutta mia, sulla scia di quello che ascolto in una mattinata uggiosa in cui mi sono alzata presto, anche se non devo andare a lavoro.

I santi non sono persone eccezionali. Non compiono miracoli, altrimenti non ci sarebbe speranza per questo mondo scellerato. Non hanno l’aureola e non sono quelli i cui ritratti sono appesi nelle chiese. I santi vivono tra di noi, e qualcuno è morto. Sono quelli che hanno poco tempo per sé e non lo passano a mugugnare per i torti subiti; sono quelli che hanno paura, tanta, e la scavalcano, stando attenti a non inciampare nello sgambetto di ritorno. I santi non hanno il cuore imbottito di oro, ma di fibre muscolari che pesano quanto pochi etti di un salume qualsiasi. Sanno che la perfezione non esiste e hanno tanti difetti che provano a modificare, senza mai dire: “Sono fatto così!”. Portano con sé ben nascosta una dose in più di pazienza, per quando incontreranno qualcuno che cercherà di fargliela perdere.

Spesso tendiamo a rendere i morti santi. Attribuiamo loro delle qualità che non avevano, ne riempiamo la vita di leggende e di episodi trasfigurati dalla nostalgia, è un processo naturale: ci mancano. Tentiamo di renderli migliori. Dal posto in cui si trovano, loro sorridono. Vorrebbero dire: “Ma io questa cosa non l’ho mai detta! Ma io questa cosa non l’ho mai fatta!” e noi non li ascoltiamo, abbiamo bisogno di ricordarli nel modo che desideriamo, intenti a santificarli; pensandoli buoni, li rendiamo buoni. Molti invece non lo sono mai stati. Alcuni avevano eccessi di ira, di disonestà, di rancore. Molti ci hanno deluso, tradito, sbeffeggiato. Se fossero vivi ne parleremmo male,  magari alle spalle, ma ai morti ci hanno insegnato a portare rispetto e quindi non si può essere sinceri, non sarebbe corretto quanto dire una bugia.

I santi sono quelli che di tempo per parlar male del prossimo non ne hanno. Non vengono bruciati vivi in piazza, ma inceneriscono ogni maldicenza nella fattibilità di un tempo destinato ad opere belle. Sudare, faticare in prima persona nel raccogliere le olive e poi gustare con la famiglia il proprio olio a tavola, è un’opera bella. Ripulire le strade dalla spazzatura, controllando che in terra non ci sia più una sola carta, è un’opera bella. Cercare un libro in biblioteca per qualcuno che ne necessita e trovarlo a tutti i costi, anche se non è stato archiviato bene e sarebbe più facile dire: “Non c’è più, mi spiace!”, è un’opera bella. Fermare l’auto all’improvviso per aiutare chi è appena caduto da una bicicletta, senza aspettare che lo faccia qualcun altro, è un’opera bella. Accontentare l’ultimo cliente di una giornata che ci ha riservato solo quintali di stress e non dirgli: “Spiacenti, abbiamo appena chiuso!” è un’opera bella. Ascoltare un amico che ha un turbamento, che ha paura, che si trova in bilico sul filo della vita senza essere un equilibrista, è un’opera bella.

Tutti noi siamo potenziali santi e siamo ancora vivi, possiamo diventarlo. Chi è morto sa bene in cuor suo se lo è stato oppure no, non gli serve la nostra trasfigurazione, meno che mai se ha vissuto conoscendo la differenza tra il tempo della vita e quello della morte. I più puri lasciano il loro esempio a guidare coloro che restano.

Occorrono meno santi da morti, non saranno loro a salvarci.

Prestiamo più attenzione ai santi da vivi, loro sì che possono insegnarci qualcosa.

12 risposte su “Meno santi da morti”

È molto piacevole leggerti, ma la cosa che più mi piace è che lasci sempre tantissimi spunti di riflessione. 5 minuti per leggere, 2 ore almeno per ragionare su ciò che ho letto. Le tue storie sono questo, spunti di grande riflessione, baciuzzzzz

Rougeeeee, grazieeeeee!!!
Tra quei 5 minuti e quelle 2 ore, infiliamo una birretta? Così me lo dici da vicino ❤️

Un invito, per chi vuole cambiare il mondo …dalla finestra, a dare una mano a quelli che già lo fanno con discrezione e concretezza.
Una riflessione di piacevole lettura eppure potente.

Rispondi

Scopri di più da Le Storie di Manu

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere