Non saprei dire se a Natale siamo tutti più allegri o più tristi.
Quando torno viva per miracolo dall’aperitivo del 24 con i miei amici penso che sia giusta la prima asserzione, poi vedo il posto vuoto di mia madre a tavola e cambio subito idea.
Natale è il giorno in cui tutti pensiamo di morire l’indomani e allora osiamo: mangiamo, beviamo, ridiamo, scherziamo, pratichiamo il buonumore a tuttotondo.
Alcuni di noi ci provano spesso, NON SOLO a Natale.
Molti di noi ci provano SOLO a Natale.
Pochissimi di noi non ci provano NEANCHE a Natale.
È il giorno in cui rimpinguiamo gratis i bicchieri dei clienti, anche se non provengono dal nostro bar: l’allegria ci fa diventare euforici.
Quello in cui diamo confidenza agli sconosciuti: ci sentiamo in armonia con il creato.
È il giorno in cui diciamo ti amo alle persone che amiamo, per paura di perderle senza averglielo detto.
Quello in cui chi ha desiderio di noi ci bacia con delicatezza o ci stritola tra le braccia, perché si scopre d’improvviso in astinenza di affetto.
È il giorno in cui chi ha perso qualcuno guarda insistentemente il cielo, sperando che gliene rimandi l’immagine ancora una volta.
Il Natale è una sorta di bancomat.
Bisognerebbe diffonderne vari punti di prelievo per le città. Individuarli e andare con una tessera invisibile a fare il pieno quando ci rendiamo conto di essere a secco di amore verso il prossimo. Non solo per l’amico di sempre che vediamo troppo poco, ma anche per il gigante nero con la faccia di John Coffey che lava i vetri al semaforo di Poggioreale. Dovremmo calare il finestrino, guardare il suo sorriso splendente e dirgli che i suoi denti saranno sempre più bianchi dei nostri; che non merita quel “miglio verde” che gli è capitato in sorte. Anche se siamo allo stesso incrocio da venti minuti a causa del traffico, dovremmo tendere la mano e dargli quel cinque. E sì, allungargli anche una moneta, perché siamo appena stati al Banconat, è il 13 marzo, e non siamo carichi di denaro ma di umiltà: sappiamo benissimo che solo la Fortuna ha fatto in modo che seduto nella nostra auto non ci sia lui.
Dovremmo salvarli tra i preferiti di Google maps i Banconat e dirigerci verso di loro quando la vita ci distrae e ci fa credere che la sola cosa verde da coltivare sia il nostro giardino. Sarebbe un buon inizio per provare a non far marcire tutto quello che c’è al di fuori.
Buon Banconat a tutti ❤️